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martedì 12 aprile 2016

Ex istituto Gianelli e i fantasmi dei Debiti fuori bilancio.

L'ente non ha provveduto nel corso del 2014  al riconoscimento e finanziamento di debiti fuori bilancio per €39.492,77

Non ci sarà risposta a questo quesito, come del resto non l’abbiamo ricevuta in relazioni ad altri.
La capacità gestionale a livello finanziario è a dir poco pietosa, ma forse qualcuno un giorno si sveglierà da questo sonno profondo.
Non è facile capire cosa siano i debiti fuori bilancio, come nascono e quali effetti concreti producano sugli enti locali.
Il tema è molto tecnico. 
Cercheremo di inquadrare l'argomento, anche se, è difficile stabilire con certezza a quanto ammontano realmente i debiti fuori bilancio del comune.
Sperando di poter essere il più chiari possibile vista la complessità dell’argomento.
Iniziamo con il dire che i debiti fuori bilancio stanno diventando il tallone d'Achille di molti comuni italiani.
Diverse relazioni di varie sezioni territoriali della Corte dei Conti hanno messo in evidenza come «da fattore patologico» si siano trasformati «in ordinaria modalità di gestione della spesa».
Il problema interessa da vicino, in misura forse non così considerevole, (ma ribadiamo che data la non trasparenza dell’amministrazione comunale risulta difficile dare stime certe) anche l’amministrazione comunale di Borgo Val di Taro proprio in relazione all’opera di cui tanto vanno orgogliosi e che in un omento di crisi come l’attuale avrebbe potuto trovare una diversa destinazione d’uso proprio su consiglio degli stessi cittadini.

Di recente ne ha parlato molto soprattutto il revisore dei conti insistendo sul fatto di essere stato completamente ignorato dal consiglio comunale, l'organo al quale, per legge, spetta il riconoscimento dei debiti fuori bilancio, che purtroppo non ha ovviamente svolto il compito.
Cosa sono i debiti fuori bilancio?
Una definizione di debito fuori bilancio l’ha fornita il Ministero dell’Interno con la circolare 20 settembre 1993 n. F.L.21/1993 dedicata ai problemi del risanamento degli enti locali territoriali in stato di dissesto. In particolare, secondo il Ministero dell’Interno, il debito fuori bilancio può essere definito come “un’obbligazione verso terzi per il pagamento di una determinata somma di denaro [...] assunta in violazione delle norme giuscontabili che regolano i procedimenti di spesa degli enti locali”. 
Tradotto, vuol dire che i debiti fuori bilancio sono debiti assunti da un Comune, al di là degli stanziamenti previsti dal bilancio di previsione.
Debiti, in altri termini, contratti senza deliberazione e oltre il limite di spesa autorizzato.
Una zavorra che falsa la situazione finanziaria e gestionale dei Comuni.
I debiti fuori bilancio non solo espongono l'ente che li contrae a controversie legali ma sconvolgono gli equilibri di bilancio togliendo di fatto significatività e valore alle stesse scritture contabili. I debiti fuori bilancio, cioè, rendono spesso inattendibile la situazione finanziaria e gestionale ufficialmente presentata dai Comuni, che possono anche arrivare a evidenziare avanzi di amministrazione di fatto inesistenti o, al contrario, occultare disavanzi sommersi.
Tipologie di debiti fuori bilancio.
L'articolo 194 del TUEL, il Testo unico degli Enti Locali, stabilisce che i debiti fuori bilancio possono avere origini diverse. Possono derivare da sentenze esecutive con le quali i Comuni sono stati condannati al pagamento di una somma di denaro; dalla copertura di disavanzi di consorzi, aziende speciali e istituzioni; dalla ricapitalizzazione di società di capitali costituite per l'esercizio di servizi pubblici locali; da procedure espropriative o di occupazione d'urgenza per opere di pubblica utilità; dall'acquisizione di beni e servizi, nei limiti di utilità ed arricchimento per l'ente, nell'ambito dell'espletamento di pubbliche funzioni e servizi di competenza.
Non tutti i debiti sono uguali.
L'articolo 194 del Tuel appena citato stabilisce, in sostanza, che è legittimo sanare i debiti fuori bilancio purché l'ente che li ha contratti ne abbia tratto una qualche utilità o arricchimento. Semplificando, si può dunque parlare di debiti fuori bilancio “buoni” e di debiti fuori bilancio “cattivi”. Quelli buoni sono quelli accumulati da un Comune per finanziare opere o servizi di pubblica utilità. Quelli cattivi sono quelli che vengono a crearsi in seguito a una gestione finanziaria inadeguata protrattasi nel tempo.
A chi spetta il riconoscimento dei debiti fuori bilancio?
Spetta, come accennato poc anzi, al consiglio comunale, che ha l'obbligo di trasmettere gli atti di riconoscimento della legittimità dei debiti alla competente Procura regionale della Corte dei Conti.
Sarà quest'ultima a verificare che non vi siano eventuali danni patrimoniali o responsabilità nel caso in cui il riconoscimento sia avvenuto al di fuori delle ipotesi previste dalla legge
Come vengono ripianati i debiti fuori bilancio?
Sempre il Tuel, all'articolo 193, offre la possibilità, a Comuni e Province, di utilizzare tutte le entrate e le disponibilità, ad eccezione di prestiti; risorse che, per legge, hanno una specifica destinazione; vendita di beni patrimoniali disponibili.
I Comuni hanno quindi una certa discrezionalità nel decidere quali risorse finanziare impegnare e possono anche scegliere di ricorrere a un piano di rateizzazione della durata di tre anni (piano da concordare con i creditori) e all'accensione di mutui (quest'ultima eventualità è praticabile solo per la copertura dei debiti fuori bilancio maturati prima dell'entrata in vigore della legge costituzionale 3/2001, con la quale si è stabilito che gli enti locali possono indebitarsi solo per le spese di investimento).

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