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giovedì 26 novembre 2015

ospedale si. ospedale no. Sei mesi e non se ne parlerà più.




Ci risiamo, ad intervalli regolari, qualcuno paventa la chiusura della struttura ospedaliera di Borgo Val di Taro. Ed ecco che, approssimandosi le elezioni amministrative, i navigati e scaltri politici borgotaresi, quelli non in carica ovviamente, pongono la lente di ingrandimento sui problemi legati al nostro ospedale.
Quest'anno il premio "Ignorantia legis" va a chi continua a rassicurare i cittadini.
Ci consola il fatto che almeno per i prossimi 6 mesi qualcuno parlerà delle difficoltà che la struttura sanitaria sta attraversando, prima che il tutto, a sindaco partitico eletto, cada inesorabilmente nel dimenticatoio e in balia degli eventi.
Consolazione da poco se pensiamo alle  conseguenze disastrose che l'eventuale chiusura potrebbe determinare: eliminazione dei servizi sanitari preseni sul terrirorio; conseguente eliminazione di posti di lavoro; eliminazione della collaborazione con l'Università di Parma, facoltà di infermieristica e dunque l'impossibilità per molti ragazzi delle nostre montagne di poter crescere professionalmente e studiare nel proprio Comune… nonostante la sanità della Regione Emilia Romagna goda di ottima salute e quindi l’ospedale della nostra valle potrebbe contribuire ad ambire a tale risultato.
Secondo il piano di riordino ospedaliero, stilato dalla nostra Regione, il nostro ospedale di “montagna” è considerato “piccolo” perché rientra tra le 24 strutture con occupazione media dei letti inferiore al 90%, anzi è addirittura ultimo in classifica con il 61,4%.
La chiusura non sarà immediata, ma si sta percorrendo la strada della razionalizzazione dei servizi, prescindendo dallo loro utilità sociale: tagliando i servizi inefficienti, accorpando funzioni e riorganizzando reparti per intensità di cura.
Di fatto, però, il reparto di ortopedia (uno dei più accreditati in Emilia Romagna) a fine anno sarà privato del suo primario e il reparto di ostetricia, indispensabile per la nostra valle, sembrerebbe avere i mesi contati non arrivando a soddisfare il limite minimo di 500 parti l’anno.
È doveroso dirlo, è straziante e deludente non poter fornire pubblicamente adeguate risposte, anche se, forse, una risposta ci sarebbe.
Davvero una storia vecchia, risalente all’anno 2010, quando la Regione si sarebbe dovuta impegnare nell’elaborare un piano per chiudere alcuni centri maternità per via di un accordo con lo Stato, che, se rimasto disatteso, si sarebbe tradotto in un taglio dei finanziamenti.
Sono passati 5 anni e invece di correre dietro alle mosche si sarebbe potuto, anzi dovuto, stilare un piano d’investimento per aumentare la sicurezza del servizio, poiché sarà problematico raggiungere le 500 nascite l’anno se si diminuiscono i servizi. Giunto a questi punto il risultato è uno solo: i “numeri” , per chi governa a livello locale, sono più importanti della vita delle persone. Tutte scelte prive di sensibilità, prese a tavolino da persone lontane che non vivono questa realtà e non capiscono l’importanza, per la nostra valle, di tale servizio. Siamo delusi nel notare che il consiglio comunale di Borgotaro, senza distinzioni tra maggioranza e minoranza, si sottragga dal prendere una qualsiasi posizione ufficiale e lasci le risposte, per giunta finte, ai sindacalisti.
I nostri complimeti .
Grazie davvero.
Mentre, i politici locali non in carica, continuano a scannarsi per prendere voti e a raccogliere firme per conto degli stessi politici ,seduti in regione, che non hanno mai alzato un dito, noi lavoriamo per difendere i nostri diritti di cittadini.

Movimento cittadino “un progetto per Borgo Val di Taro”

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